Politica

…DI AEREOPORTI

Forse non ci crede nemmeno lei stessa, la vicesindaca Emily Clancy, quando ipotizza di redistribuire i voli del Marconi su altri scali. E comunque la convincerà facilmente il sindaco Matteo Lepore, che per ora prende tempo (come Michele de Pascale, del resto) ma non potrà certo non assecondare le ambizioni del suo aeroporto, che giustamente, se Bologna vuole essere capitale di una regione competitiva a livello internazionale, profittando di una centralità ferroviaria e autostradale unica, deve aumentare continuamente le sue destinazioni e non obbligare per molte a scegliere fra questo o quel grande hub, Francoforte o Amsterdam che sia. Se Bologna cresce, ne beneficia tutta l’Emilia-Romagna, se Bologna cresce nel traffico business, si apre la possibilità che i voli low cost siano trasferiti agli altri scali regionali. Purchè si rafforzino tutti i collegamenti con il Marconi, su ferro e su gomma.
Poi resta il problema dello spazio stretto in cui il Marconi opera, che crea disagio. Una suggestione la fornì Giovanni Crocioni alcuni anni fa, in un convegno promosso dal Circolo Biagi sul PUMS: secondo l’urbanista c’è la possibilità di una seconda pista sull’asse Bologna/San Giovanni in Persiceto. Non ho le competenza per un giudizio, ma mi piacerebbe si ricominciasse a pensare in grande, senza limiti pregiudiziali.

Mi fa piacere di avere sollevato questa discussione risvegliando l’attenzione su una ipotesi ma meritevole di una valutazione: una seconda pista fra il Trebbo e Sala bolognese. Io non ho la competenza per giudicarla e lo stesso proponente lo fece con garbo, richiamando la necessità di verifiche. Però sono abbastanza informato per affermare che, se De Pascale ha ritenuto nei giorni scorsi di mettere insieme tutti i comuni e gli aeroporti interessati, è perchè la Regione ER non ha ancora, dopo oltre mezzo secolo, una politica del trasporto aereo integrata e condivisa. E’ un problema su cui insisto da tempo, inascoltato: la politica regionale non può essere la somma dei desideri delle città, ma deve saperli integrare e ottimizzare con profitto per tutti. Che si parli di aeroporti, di fiere, di tecnopoli, ma anche di teatri e di orchestre.

L’IPERBUROCRAZIA

Pur non essendomi mai dedicato alla politica in modo professionale, ho una gande passione per le vicende politiche tutte, quelle della mia città ma anche quelle del mondo. Giunto all’età della pensione, l’elezione nel Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna mi ha aperto questa strada, anche se subito l’incarico di assessore alla cultura mi ha obbligato di nuovo all’impegno amminiustrativo. Non aderisco ad alcun partito, ma adrrisco alle idee liberal-democratiche e lavoro perchè l’area riformista sappia unirsi, equilibrando generosità e spirito collettivo con le pur giuste ambizioni personali…